#4POST: ANALISI CRITICA DI DUE OPERE
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Analisi critica dell’opera – CRETTO di BURRI
Alberto Burri, Cretto G2, 1975, acrovinilico su cellotex
|
La serie dei “Cretti” (anni ‘70) rappresenta l’ultima
fase della produzione artistica di Alberto Burri. L’espressività
è data dall'utilizzo di nuovi materiali: zinco, caolino,
vinavil e cellotex. Ma ciò che egli ottiene è una nuova rappresentazione
poetica: non è il fuoco a rendere drammatica la materia, ma la disidratazione.
Immagini suggestive di terre spaccate da arsure,
diventano rappresentazione di materie quasi condannate ad apocalittici destini. Il significato del Cretto risiede nella sua realizzazione
stessa, l’azione attiva dell’artista è semplicemente quella di stendere il
materiale sul piano di lavoro e attendere. L’innesco che rende il
Cretto una vera e propria opera d’arte è il tempo. Un tempo che
asciuga, disidrata e crepa la materia, creando una serie di ferite, di fessure
ognuna con una sua storia. Immaginate, se potete, di percorrere quelle incrinature
e perdendosi in un labirinto di polvere.
Risemantizzazione fallita del Cretto di Burri
Rielaborazione tramite: Le composizioni geometriche di Kristen Meyer |
L’idea è quella di riproporre
il Cretto di Burri con materiali inusuali, alla maniera degli artisti
dell’epoca, utilizzando in questo caso i crackers. Questo
tentativo di risemantizzazione, e cioè di far assumere
all’oggetto un nuovo significato, fallisce nel momento stesso in cui l’opera
viene composta. Perché è proprio qui che risiede il cuore dell’opera. La forza
motrice del vero Cretto è il tempo, mentre nella nostra
rappresentazione la genesi dell’opera è dovuta all’azione attiva della mano
che semplicemente assembla e ricompone i pezzi frastagliati di crackers. Questa
reinterpretazione non possiede quella espressività, forza ed energia propria
dei Cretti di Burri.
2
Analisi critica dell’opera – L’ARTE CI PRENDE PER
MANO. INCONTRARE E PARTECIPARE di MARIA LAI
Foto della mostra di Maria Lai. MAXXI 08/10/19 |
L’opera “l’arte ci prende per mano.
Incontrare e partecipare” (anni ‘80) rappresenta il primo di una serie di interventi dove Maria
Lai invita la comunità locale a creare un’unica grande opera collettiva
di ricucitura dei legami interpersonali e di quelli fra il
tessuto urbano e il territorio che lo circonda. Maria Lai considera l’arte uno strumento capace di mettere in
relazione i diversi ambiti della società. Il tema del gioco
ritorna costantemente nelle sue opere, e l’utilizzo di strumenti basilari, come
un pennarello e della stoffa bianca unito a delle semplici frasi scritte in
corsivo, ne sono la prova. Nonostante questa apparente semplicità, le sue opere
racchiudono una forte carica espressiva. Il significato
dell’opera d’arte risiede proprio nel dare voce ai suoi conterranei. Parole
semplici impresse nero su bianco che al centenario dalla sua nascita risuonano
ancora nel panorama moderno.
ESPERIMENTO SOCIALE - L’ARTE CI PRENDE PER MANO di MARIA LAI
Rielaborazione - Esperimento sociale |
Per rielaborare una delle opere di
Maria Lai, siamo partite dal tema del gioco. Abbiamo trasformato
una giornata al museo in un vero e proprio esperimento sociale.
Alla maniera di Maria Lai abbiamo voluto dar voce ai visitatori della mostra,
chiedendo opinioni e pensieri su ciò che stavano osservando. La trasposizione
grafica è delle più basilari, un foglio a righe e un pennarello nero, ma
è proprio in quei brevi tratti di inchiostro che è racchiuso il significato
dell’opera. L’arte che unisce, che permette di esprimersi, un’arte
libera dalle regole e dalle geometrie. Le opere di Maria Lai si estendono ad un
concetto quasi urbano, e allo stesso tempo l’importanza delle sue azioni risuonano
in un panorama più ampio. Al contrario, il nostro piccolo esperimento rimane
circoscritto all'interno di questo corso universitario senza comunque perdere
la sua importanza.
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